martedì 4 dicembre 2007

Berlino parte prima: la banalizzazione del male


Al checkpoint charlie [se non sapete cos'è, non è grave: scopritelo qui] ci sono due ragazzi: uno vestito da soldato americano e l’altro da soldato russo: tanto per non sbagliare, uno è nero e l’altro è bianco.
Ci si può mettere in posa con loro, immagino a pagamento, o anche farsi stampare un passaporto lì per lì, con il timbro originale dell’epoca in cui il muro c’era, e non si poteva attraversare.
Per un italiano, farsi fare un passaporto in cinque minuti anziché tre settimane è già un brivido, ma per chi è in cerca di emozioni più forti c’è il ragazzo bianco che fa un po' di teatro: con lo sguardo da duro, confronta il faccione sul passaporto col faccione del turista, che immagino penserà oddio, mi farà passare o mi sparerà?
A Peter Fechter gl’hanno sparato mentre scavalcava, e l’hanno lasciato morire lì: dissanguato.
La pallottola arrivava da est e da ovest non sono arrivati i soccorsi.
Ecco, prima di parlare della Potsdamer Platz e del currywurst, dovevo togliermi questo sassolino.

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